Pino Daniele

Era il 1992 e, sebbene giovanissimo, fotografavo per una rivista di grande successo che si chiamava KING. Sono nato a Napoli e come tutti, in quegli anni, sono cresciuto a pane e Pino. Era evidentemente doveroso per me proporre al giornale un servizio fotografico su di lui e la mia amica Stefania Gallo della CGD che allora era la sua discografica, riuscì, credo per sfinimento, nell’impresa ardua di convincerlo a posare per un fotografo. Sorvolo sui tremori e l’emozione di incontrare quell’omone, così restio a farsi fotografare. Le foto scivolarono via in un attimo, le consegnai a Stefania per farle scegliere a Pino e quando tornai da lei ansioso di sapere se gli fossero piaciute, lei mi disse queste testuali parole: “Ale, Pino ha deciso di usare una tua foto per la copertina del prossimo disco”(il disco era: Che Dio ti benedica). Quell'attimo è stampato nella mia memoria come se l'avessi vissuto ieri. Proprio io che dalle dieci del mattino ero sotto il palco del suo primo leggendario concerto in Piazza del Plebiscito, a Napoli, ora firmavo la copertina di un suo disco! Per alcuni mesi ho vissuto solo nell’attesa. Poi Stefania mi convocò in ufficio, “E’ arrivato il disco...”. Avevo curato per giorni la stampa di quello scatto in bianco e nero, nei minimi dettagli. Tragedia. Sembrava che un grafico sotto acido avesse vomitato sulla mia foto, Pino era diventato verde con orribili chiazze fucsia sulle guance. Anche quel momento non lo dimenticherò mai...Stefania mi consolò imbarazzata. Era un orrore ma avevo pur sempre fatto una copertina di Pino Daniele! Tutto è iniziato da lì, dopo ci sono state altre sei copertine dei suoi dischi, otto fra libri e spartiti, una decina di videoclip, dodici anni sul palco con lui, mille tour, serate alcooliche e diete snervanti, mille “addove”, litigi, cazziate ad ogni mio tatuaggio, decine e decine di mattine in bicicletta, le cene con i discografici sfottendoli in “parlesia”, battesimi, comunioni, cresime e matrimoni, bagni nel mare di Sabaudia, ore ipnotizzato a sentirlo suonare in ogni dove, domande sul significato di alcuni testi, risposte che sono solo mie, la chiusa di dieci giorni con Pat Metheny suonando a ruota libera, decine di pantaloni, scarpe, giacche, che nuove di pacca non metteva e che conservo gelosamente dopo averle indossate per anni, il suo chiamarmi “Alessà” ed il mio rispondere “O frà”, l’amicizia vera, fraterna, onesta, con sua moglie Fabiola ovvero Bagana, quelle mani sulla chitarra, la cicatrice come quella di Massimo, tante cose che non posso dire, e le lacrime... Fra i ricordi più belli c’è stato sicuramente un periodo della durata più o meno di un anno in cui ogni quindici giorni, compatibilmente con gli impegni di entrambe, passavo a prenderlo a casa sua la mattina alle 6.30, visto che Pino non guidava, e con la mia macchina ci dirigevamo a casa sua a Sabaudia. Nel viaggio non si ascoltava musica, con Pino non si ascoltava mai musica in macchina! Parlavamo a ruota libera e accadevano cose...una volta Pino provò per due ore la sua versione cantata di “Un giorno dopo l’altro” di Luigi Tenco, un’altra volta cantò quasi tutto Nero a metà perché doveva registrarne la versione remixata e non ricordava bene alcune parole!!! A Sabaudia prendevamo dal suo garage due biciclette e poi via, a pedalare fino ad ora di pranzo! Lì le opzioni erano tre: si tornava di corsa a Roma per impegni nel pomeriggio, si tornava a Roma ma non di corsa quindi tornando a casa in bici ci fermavamo in un caseificio e ci mangiavamo mezzo chilo di mozzarella di bufala a testa, sul posto, badando a sbrodolarci ben bene, giusto per rimettere su le calorie bruciate o, ultima, rimanevamo a Sabaudia e quindi, spaghetto, insalata, vino bianco, riposo e se la stagione lo permetteva, bagno. Pino è stato per me un fratello maggiore. Quando ripenso a quella mattina del cinque gennaio del 2015 quando alle sei ho avuto da Eleonora, un'amica comune, la notizia della sua morte, mi viene in mente la sera di quel quattro giugno, quando morì Massimo Troisi. Chiamai Pino, era in lacrime, distrutto, mi disse “Alessà o prossimo song’io”. Per fortuna si era sbagliato, ma non di molto. Love, Pino. Mi manca assai l’abbraccio avvolgente di quell’omone.

13 comentarios en “Pino Daniele”

  1. Il mio commento avrebbe bisogno di molto spazio..
    Posso solo dire che l’ amicizia come l’ amore quello “o’ ver” sfidano iñ tempo… le distanze e l’ infinito ♾️
    ❤️
    Lov u bagono

    1. io dovrei scrivere un pezzo anche su di te… solo che ne verrebbe fuori un libro per quante ne abbiamo viste insieme, e quante risate ci siamo fatti, dalla casetta ai Parioli ad oggi passando per i camerini, i palchi, Ceveri, Sabaudia, Mazzini, con quell’omone a unirci. Ad “occhi blu” ci guardavamo sempre sotto il palco, e se qualcuno ancora non lo sapesse, gli occhi blu sono i tuoi!! Love P.S. le foto più belle te le ho fatte io!

  2. Hai aperto un file doloroso e pieno di tanto, di tutto l’amore possibile e anche molto di più. Immagini ed emozioni indelebili di momenti eterni e irripetibili. Grazie Ale per le foto meravigliose, il ricordo magico di Pino, I migliori anni della nostra vita♥️

      1. Pino, adorato Pino… ascoltato e cantato a squarciagola sempre…univa I’ Italia con il suo immenso talento… Grazie al tuo lavoro Alessandro ci regali tanti scatti bellissimi di artisti importanti…in particolare un Pino Daniele che scopro esserti stato molto amico negli anni
        Che invidia per il tempo passato con lui ❣️
        Pam

  3. Grazie Ale, io ho avuto a che fare con lui ai tempi di “Blues Metropolitano”. Ho lavorato nel suo studio a Formia fino a poco prima che chiudesse.. Mi sa che il multitraccia delle musiche per lo spettacolo “Alexandra Room’s” che registrammo lì sia rimasto addirittura “sigillato” in quel garage. Che nostalgia per quei tempi.. Grazie Ale per le tue foto, ci restituisci quella meravigliosa atmosfera..:-)

  4. Ho comprato il tuo libro “20 anni con Pino” e l’ho trovato autentico e commovente. Un Pino Daniele inedito e privato da guardare con malinconia. Davvero bravo Alessandro

  5. I’m a London girl, with Neapolitan origins from my father, who was a neo-melodic singer, so I have always loved music of Pino Daniele and I want to thank you for this beatiful photos and for your stories. Great job!

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