Bjork

Una volta, fui inviato da 7, il magazine del Corriere della sera, a Venezia per fotografare Bjork. Ho seguito questa incredibile artista islandese fin dai suoi esordi, e quando mi chiamò la giornalista Lucia Castagna per propormelo, come al solito dissimulai il mio entusiasmo, e partimmo insieme, in macchina, alla volta di Venezia. Lucia Castagna è una mia amica, con lei abbiamo fatto un sacco di servizi e vissuto diverse avventure, (alcune le descriverò più avanti). In macchina, chicca delle chicche, ascoltammo il nuovo disco datoci in anteprima al giornale, caricandomi come una pila elettrica, pronto ad affrontare una delle poche artiste originali ed uniche. Arrivammo alle undici del mattino all’Hotel Cipriani di Venezia dove nella hall ci aspettava il figlio di Bjork, Sindri. Il figlio di Bjork, era un ragazzino genio di circa 13 anni, che studiava già matematica all’Università, o qualcosa del genere, uno che ti guardava fisso negli occhi senza staccare mai lo sguardo. Un tipo serissimo e alquanto inquietante il cui aspetto contrastava totalmente con la sua statura da ragazzino (se è per questo neanche Bjork 'e un gigante!!). A mezzogiorno avevamo appuntamento in camera di Bjork per scegliere i costumi che avrebbe indossato per il servizio fotografico ed il make up che nella mia testa avevo pianificato color pastello intenso. Passò così un’ora di piacevolissimo incontro con lei con il viso acqua e sapone e una maglietta di Ren & Stimpy Show, un cartone animato Canadese, mentre spulciamo nel suo armadio fra tailleur di carta e stranezze varie alla ricerca dell'outfit giusto. Alla fine, decidiamo quattro differenti cambi d'abito e relativo trucco (adoro il mio lavoro!). Prendemmo appuntamento per le quattro del pomeriggio con lei già vestita e truccata e con la presenza inquietante del piccolo genio a ricordarci costantemente la nostra inadeguatezza. Alle quattro ero pronto a scattare, super carico, quando la vedo arrivare, puntualissima (la puntualità in questi casi è direttamente proporzionale al talento, più sono sfigati e più sono in ritardo), peccato che fosse completamente struccata e con la stessa maglietta di Ren & Stimpy, come se non avessimo mai frugato nel suo armadio! Mi dice “Ok, let’s go”, che in una traduzione fatta ad hoc per il momento poteva solo voler dire “Fanculo trucco e vestiti!”, io rimango basito, lei sorride, io misciolgo all'istante ed iniziamo a scattare. Dopo mezz’ora le viene l'idea di scattare delle foto in cucina ed io mi lecco i baffi. Entriamo allora nelle cucine del Cipriani, dove lei giustamente pensa bene di mettersi uno scolapasta a mo’ di cappello, mentre io mi procuro una scala per fotografarla dall’alto. Il resto è stato un susseguirsi di foto incredibili, tra le quali quella di lei che prende una padella, mimando il gesto di darmela in testa, che io fotografo subito in sequenza. Peccato che nel fare il gesto Bjork non si ferma. Mi dà così una clamorosa padellata in testa che mi lascia intontito non so se per la sorpresa o la botta, tenendo in conto che le padelle del Cipriani sono di bronzo fuso...! Il secondo outfit ci vede alle prese con un tailleur di carta rosa che solo una come Bjork poteva indossare e che giuro non faceva effetto confetto! Purtroppo, iniziòa piovere, quindi iniziammo una corsa contro il tempo, per non dover prolungare troppo il servizio, anche se io l’avrei fotografata per due giorni consecutivi! Alla fine, dopo solo tre ore di foto, come se nulla fosse, è venuta verso di me, e con una semplicità imbarazzante mi ha abbracciato e poi se ne è andata. Per sempre. L’ho incontrata un altro paio di volte, quando mesi dopo andai nel backstage di un suo concerto per regalarle le stampe delle foto che lei, con mio grandissimo godimento, ha inserito in un suo libro e quando per un suo live con l'orchestra mi riservò dei biglietti. Penso a quegli sfigati che dopo essere arrivati terzi ad un talent sponsorizzato dalle major e giudicati da chi per sbaglio ha azzeccato un orrendo tormentone estivo, ti incontrano e non ti salutano..... Ma questa è un'altra storia.

English version

Once, I was sent by 7, the Corriere della sera magazine, to Venice to photograph Bjork. I have followed this incredible Icelandic artist since her debut, and when the journalist Lucia Castagna called me to propose it, I concealed my enthusiasm as usual, and we left together, in the car, for Venice. Lucia Castagna is a friend of mine, and we have done a lot of reports with her and experienced various adventures, (some of which I will describe later). In the car, tidbit of tidbits, we listened to the new record given to us as a preview in the newspaper, charging me like an electric battery, ready to face one of the few original and unique artists. We arrived at eleven in the morning at the Hotel Cipriani in Venice, where Bjork's son Sindri was waiting for us in the lobby. Bjork's son, was a boy genius of about 13 years old, already studying mathematics at university, or something like that, someone who looked you straight in the eye without ever taking his eyes off you. A very serious and rather creepy guy whose appearance totally contrasted with his boyish stature (for that matter, Bjork isn't a giant either!). At midday we had an appointment in her room to choose the outfits she would wear for the photo shoot and the make-up, which in my head I had planned in a deep pastel colour. So we spent an hour of very pleasant meeting with her with her watery face and a t-shirt from the Ren & Stimpy Show, a Canadian cartoon, while we rummaged through her wardrobe among paper suits and various oddities in search of the right outfit. In the end, we decided on four different changes of clothes and make-up (I love my job!). We made an appointment for four o'clock in the afternoon with her already dressed and made-up and with the disturbing presence of the little genius constantly reminding us of our inadequacy. At four o'clock I was ready to shoot, supercharged, when I see her arrive, right on time (punctuality in these cases is directly proportional to talent, the lamer they are, the later they are), too bad she was completely made-up and wearing the same Ren & Stimpy t-shirt, as if we had never gone through her wardrobe! She tells me "OK, let's go", which in a translation made ad hoc for the moment could only mean "Fuck make-up and clothes!", I'm stunned, she smiles, I instantly shuffle off and we start shooting. After half an hour she gets the idea to take pictures in the kitchen and I lick my lips. We then enter the kitchens of the Cipriani, where she rightly thinks to put on a colander as a hat, while I get a ladder to photograph her from above. The rest was a succession of incredible photos, including one of her taking a frying pan, mimicking the gesture of giving it to me on the head, which I immediately photograph in sequence.Too bad that in making the gesture Bjork doesn't stop. So she gives me a resounding frying pan on the head that leaves me groggy, I don't know if it's the surprise or the blow, bearing in mind that Cipriani's frying pans are made of molten bronze...! The second outfit sees us grappling with a pink paper suit that only someone like Bjork could wear, and which I swear was no candy! Unfortunately, it started raining, so we began a race against time, so as not to have to extend the shoot too much, even though I would have photographed her for two consecutive days! In the end, after only three hours of photos, as if nothing had happened, she came towards me, and with embarrassing simplicity hugged me and then left. For good. I met her a couple of other times, when months later I went backstage at one of her concerts to give her prints of the photos that she, to my delight, included in one of her books, and when for one of her live shows with the orchestra she reserved tickets for me. I think of those losers who, after coming third in a talent sponsored by the majors and judged by someone who accidentally hit a horrible summer hit, meet you and don't say hello..... But that's another story.

Spanish version

Una vez, la revista 7, del Corriere della sera, me envió a Venecia para fotografiar a Bjork. He seguido a esta increíble artista islandesa desde su debut, y cuando la periodista Lucia Castagna me llamó para proponérmelo, disimulé mi entusiasmo como de costumbre, y partimos juntos, en el coche, hacia Venecia. Lucia Castagna es amiga mía, y con ella hemos hecho muchos reportajes y vivido varias aventuras, (algunas de las cuales describiré más adelante). En el coche, joya de gemas, escuchamos el nuevo disco que nos dieron como adelanto en el periódico, cargándome como una batería eléctrica, dispuesto a enfrentarme a uno de los pocos artistas originales y únicos. Llegamos a las once de la mañana al Hotel Cipriani de Venecia, donde nos esperaba en el vestíbulo Sindri, el hijo de Bjork. El hijo de Bjork, era un niño genio de unos 13 años, que ya estudiaba matemáticas en la universidad, o algo así, alguien que te miraba directamente a los ojos sin quitarte la vista de encima. Un tipo muy serio y y algo inquietante cuyo aspecto contrastaba totalmente con su estatura de niño (por cierto, Bjork tampoco es un gigante). A mediodía teníamos una cita en la habitación de Bjork para elegir el vestuario que llevaría para la sesión de fotos y el maquillaje, que en mi cabeza había planeado en un color pastel intenso. Así que pasamos una hora muy agradable con ella con una cara de agua y jabón, sin maquillage y una camiseta del Show de Ren & Stimpy, unos dibujos animados canadienses, mientras nosotros rebuscábamos en su armario entre trajes de papel y rarezas varias en busca del atuendo adecuado. Al final, nos decidimos por cuatro cambios diferentes de ropa y maquillaje (¡me encanta mi trabajo!). Concertamos una cita para las cuatro de la tarde con ella ya vestida y maquillada y con la inquietante presencia del pequeño genio recordándonos constantemente nuestra ineptitud. A las cuatro estaba listo para rodar, supercargado, cuando la veo llegar, puntual (la puntualidad en estos casos es directamente proporcional al talento, cuanto más cojos son, más tardan), lástima que estaba completamente desmaquillada y con la misma camiseta de Ren & Stimpy, ¡como si nunca hubiéramos pasado por su armario! Me dice "OK, let's go", que en una traducción hecha ad hoc para el momento sólo podía significar "¡A la mierda el maquillaje y la ropa!", yo me quedo de piedra, ella sonríe, yo barajo al instante y empezamos a rodar. Al cabo de media hora se le ocurre hacer fotos en la cocina y yo me relamo. Entonces entramos en las cocinas del Cipriani, donde a ella se le ocurre, acertadamente, ponerse un colador a modo de sombrero, mientras yo cojo una escalera para fotografiarla desde arriba. El resto fue una sucesión de fotos increíbles, incluida una de ella cogiendo una sartén, imitando el gesto de dármela en la cabeza, que inmediatamente fotografío en secuencia. Lástima que al hacer el gesto Bjork no se detiene. Así que me da un sonoro sartenazo en la cabeza que me deja grogui, no sé si por la sorpresa o por el golpe, ¡teniendo en cuenta que las sartenes de Cipriani son de bronce fundido...! El segundo atuendo nos ve lidiando con un traje de papel rosa que sólo alguien como Bjork podría llevar, ¡y que juro que no era ningún caramelo! Por desgracia, empezó a llover, así que iniciamos una carrera contrarreloj para no tener que alargar demasiado la sesión, ¡aunque la hubiera fotografiado durante dos días consecutivos! Al final, después de sólo tres horas de fotos, como si no hubiera pasado nada, vino hacia mí, y con vergonzosa sencillez me abrazó y se fue. Para siempre. Me encontré con ella un par de veces más, cuando meses más tarde fui al backstage de uno de sus conciertos para regalarle copias de las fotos que, para mi deleite, incluyó en uno de sus libros, y cuando para uno de sus espectáculos en directo con la orquesta me reservó entradas. Pienso en esos perdedores que, tras quedar terceros en un talent patrocinado por las majors y juzgado por alguien que acertó accidentalmente un horrible hit veraniego, se encuentran contigo y no te saludan...... Pero esa es otra historia.

7 comentarios en “Bjork”

  1. Alessandro D’Urso….un Artist ho really captures the soul of other Artists from all the world, sculpting their portraits over time…..

  2. Ci vuole una buona dose di ironia per fotografare e farsi fotografare con un colapasta in testa. Bravo Alessandro, come sempre.

  3. Oltre alla voce, Bjoork ha una bellezza particolare; sembra provenire da un altro pianeta e anche le foto sono particolarmente belle. In realtà sono quelle che mi piacciono di più fra quelle contenute nel tuo libro. Mi piacerebbe diventare un fotografo bravo come te…

  4. Fernando Suárez

    Como aficionado de la fotografía que soy, llevo siguiendo el trabajo de Alessandro desde hace tiempo, y estas son sin duda de sus mejores trabajos. ¡Enhorabuena!

  5. Fernando Suárez

    Como aficionado de la fotografía que soy, llevo siguiendo el trabajo de Alessandro desde hace tiempo, y estas son sin duda de sus mejores trabajos. ¡Enhorabuena!

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